“Auguri buona Pasqua, come stai? Spero tutto bene!”
Un audio affannato: “Una Pasqua da dimenticare: io positiva al Covid, mio padre ospedalizzato, lui se la caverà, speriamo; mia madre in condizioni disperate, intubata, è peggiorata ieri, è in terapia intensiva*… Prega per me, per noi, Stefy.”
Niente. Oggi va così…
Cerco di concentrarmi sulle altre mille cose (tante belle) di questa ventosissima meravigliosa giornata di sole, che qui sul lago ha regalato un azzurro panorama da cartolina incredibilmente mozzafiato.
E questa bellezza del creato cozza con il dolore profondo, che non trova parole di conforto.
Sono squarciata dentro, amica mia degli anni più belli.

“Ciao, Sorellina”,…
Eh già, te lo ricordi, ci scambiavano per sorelle.
Che bei tempi, allora!
Quante avventure: due chitarre, le cantate a squarciagola, tu insegni una canzone a me… io una a te. La vita davanti, i primi batticuori… (e una volta per lo stesso bellissimo ragazzo!)

Una volta si dorme da te, una da me: quanti sogni condivisi, quante speranze, quante chiacchiere notturne a perdifiato, fino all’alba, in quelle confidenze senza fine che germogliavano dalle nostre adolescenze: che bello, quando non si hanno neanche vent’anni…
Il tuo inglese alla maturità, (io che già lo masticavo benino, pur essendo in quarta) a provarti e riprovarti Shakespeare a casa di tua nonna.
Poi, tu Matematica, io Ingegneria, ma le due facoltà hanno la sede nella stessa sede… guarda un po’, le nostre strade non si dividono ancora.
Quante avventure, i primi fidanzati…
I ricordi sgorgano più veloci delle lacrime amare che oggi non riescono ad uscire.
La vita poi, inevitabilmente, ci porta lontane, ma l’affetto, quello, quello è rimasto immutato.
Le ho promesso preghiera, anche se certe volte quel “Sia fatta la Tua volontà” che non collima coi nostri disegni, è un calice troppo amaro.
Oggi è più simile al grido crocifisso: “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?”.
So di cosa parlo.
Ci sono stati piccoli grandi Calvari anche qui, come in tutte le vite, ma in certi giorni, certi calici, sembrano davvero troppo amari.
Un’altra pagina… un altro giorno difficile va…
Sorridendo ai ragazzi, cercando di non far mancare loro attenzione, gioco, presenza, e un barlume di quella impossibile serenità che oggi proprio non sgorga.
Credo nel potere della preghiera, ho chiesto agli amici più cari di pregare per lei, per la sua famiglia. Credo nell’energia positiva di chi vorrà pensare a lei e ai tanti che come lei vivono questo momento disperato.
La vita continua.
Non sarà davvero più la stessa.
Non si può essere profondamente sensibili in questo mondo senza essere molto spesso tristi. (Erich Fromm)
*erano chiusi in casa da 4 settimane…