Carnevale è… (a Schignano)

Carnevale cos’è?

Carnevale è un pezzo di cuore
Carnevale è una viva follia
Carnevale, le nostre radici
Carnevale è allegrezza sfrenata
Carnevale è musica piena
Carnevale è un bicchiere di vino
Carnevale, le campane stonate
Carnevale è istinto, emozione…
Carnevale è odori e profumo
Carnevale è l’eccesso
Carnevale è legno intagliato
Carnevale è incredibile gioia
Carnevale è amicizia sincera
Carnevale è quell’ultima lacrima,
che viene da dentro, mentre guardi le ceneri
di un altro fantoccio che brucia
E in quel rogo consumano gli anni…. (S. Pedrazzani)

Carnevale 2015

Potrei fare un’interminabile lista di quello che è Carnevale per me.
Per noi… per noi fortunati nati in un luogo magico e speciale – Schignano – ove il Carnevale è una festa unica, originale, storica; quella festa che ci hanno regalato i nostri padri, nonni e antenati e che narra la storia, “la nostra storia”, ogni anno più bella, forse sempre la stessa, forse sempre un po’ nuova. “Chi non è di Schignano non può capire” diciamo, orgogliosi di “esserci dentro”, un po’ strani, certo un po’ speciali (forse un po’ diversi, avrebbe cantato Venditti.)

Ma con la voglia ancora di cantare… perché amore è amore…

Eh, sì, somiglia all’amore questo nostro strano sentimento.

Pensiero stupendo.

Fine delle citazioni musicali…

https://www.laprovinciadicomo.it/stories/lago-e-valli/schignano-la-magia-che-si-ripete-il-finale-del-carnevale-piu-antico_1269820_11/

Sul “mio” Carnevale di Schignano credo di aver scritto chilometri di inchiostro, articoli e un libro… convinta che, trattandosi di una festa unica e davvero originale, un po’ anomala, come accade per tutte le esperienze “live”, se non “lo si vive” sulla pelle, non si può nemmeno lontanamente immaginare di cosa si tratti. Follia pura? Ma non è baraonda fine a se stessa. Non è neanche una sfilata storica o ballo in maschera: è davvero molto, molto di più. Credo scorra nelle vene, si annidi DNA, quell’indescrivibile quid che ci porta a trasformarci e un po’ a trasgredire e a “vivere appieno”, una volta l’anno, un’emozione strana, unica, davvero indescrivibile. A far levatacce sotto la neve, a vestirsi (o meglio “travestirsi”) se piove, nevica, grandina o c’è il sole. E sono emozioni pure, quelle che si vivono, “emozioni sotto la maschera” – intagliata nel legno a mano, spesso ereditata dagli antenati – che le parole, anche per chi è abituato a giocarvi, non potranno mai descrivere appieno.

Per chi volesse saperne di più…

Mai come quest’anno ce ne siamo resi conto: nulla è paragonabile a un concerto dal vivo, ad uno spettacolo teatrale, ad una pizzata in compagnia.
Dal vivo, appunto. Alla faccia di internet e della globalizzazione: come si può raccontare il batticuore di un amore a chi non lo ha mai provato? Le vertigini a chi non ha mai scalato un monte? L’esilio a chi non ha mai vissuto la sua sant’Elena?

Manca.

Manca come l’aria, come la spensieratezza che agognamo tutti, come quel “semel in anno licet insanire” (una volta l’anno è consentito sbroccare, liberamente tradotto), che regala una sensazione forte, viva.

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Gruppo mascherato… la fantasia galoppa!

Nell’immaginario collettivo Carnevale è sinonimo di festa in maschera, sfilata, un gioco per bambini o per i più grandi, il momento per impersonare l’uno o l’altro personaggio; una sorta di rappresentazione teatrale, un divertimento molto simile ad una bella festa scanzonata. Per molti è un retaggio pagano di eventi antichi, da molti considerata ormai anacronistica… ed è così in tantissimi posti.

Per chi invece ha la fortuna di nascere laddove ancora sono radicate e vive le tradizioni, (leggi Schignano, appunto), è molto, molto di più. Rito apotropaico, momento comunitario. Gioia e ragione di vita che ti avvolge tutto l’anno, non solo nei giorni di festa (non si smette mai, in fondo di pensare a cosa possa essere utile “per Carnevale”), grande eredità. Perchè, checchè se ne dica, il Carnevale di Schignano esiste perchè nasce dalla voglia spontanea di ognuno di rappresentare l’uno o l’altro personaggio. Solo un minimo di regia, ma il fondo è ancora genuino. Questa è la caratteristica prima, oltre alla bellezza delle maschere, all’unicità dei costumi, che lo rende prezioso.

Risultato immagini per carnevale di schignano stefania pedrazzani immagini

Questo, per me è stato però il primo “Carnevale da emigrante”… un carnevale che non c’è stato, quindi ancora più amato e più intenso, più desiderato che mai. Ma un carnevale fortemente vissuto, dentro, nei pensieri, nei cuori e nei ricordi in modo quasi unanime. Con la stessa intensità di quando, nell’età più verde, il pensiero volava ad un amore lontano, o ad un sentimento non corrisposto. Mai come in questi giorni c’era la “voglia” di far carnevale, di tornare in piazza con panciotti e butasc… di bruciare nel Zep tutto quello che di brutto ci hanno lasciato i mesi passati. E mai come quest’anno, ce ne sarebbe state di cose da ardere nel falò del Carnevale che chiude le danze.

Non ero lì, ma nelle foto e nei filmati degli anni scorsi ho rivissuto le note allegre della Fughéta, l’armonioso scampanio delle bronze, la mattina all’alba, il frastuono delle ciòche stonate, specie quando, tutti insieme, i brut si calano dalla via Gordona inondando di gerle, valigie e stupore la piazza san Giovanni gremita di gente e colori.

E’ viva più che mai quella voglia di tornare là, in piazza, a ruotare in sfrenate munfrine, a cantare a squarciagola fino al mattino, ad inventare ogni anno qualcosa di nuovo. A scoprire chi si cela dietro maschere e nastri, o sotto i baffi di stoppa dei fascinosi Sapeur, ad ascoltare lo stridulo brontolio della Ciocia, a scoprire cosa, ogni anno, riusciamo ad inventarci per stupirci. Perché dietro tutto questo c’è la nostra storia, ci sono le nostre famiglie, c’è quel voler mettere in piazza e voler rivendicare in assoluto che è una festa che va al di là del bene e del male, che oltrepassa divisioni o contrasti, che mette tutti d’accordo.

Vista così, infatuata (e infuocata!) da questo amore lontano che quest’anno “manco mi ha mandato due righe”, penso che in fondo, è forse l’anno in cui siamo resi conto davvero di quanto conti per noi schignanesi questo folklore, l’eterno contrasto di vita, di luci ed ombre, di vittorie e sconfitte; è parte di noi, delle nostre vite questo voler rivivere gli anni passati, gli anni dell’emigrazione, nascondendoli tutti sotto una maschera che profuma di legno e di vino.

Mancano precisamente 322 giorni (TRECENTOVENTIDUE!) da oggi – Mercoledì delle Cnerei – al prossimo 5 gennaio, data ufficiale di inizio del Carnevale, che (varianti permettendo, e col sostegno dei vaccini) sarà il giorno in cui potremo liberamente tornare in piazza, vestire Bei, Brut, suonare cioche, bronze e Fughéta.

Trecentoventidue giorni – cioè 46 settimane, o 10 mesi e 19 giorni – di attesa fervida, che esploderanno, ne sono certa, nella più grande festa mai vista… anche se, ironia della sorte, Carnevale -diciamo noi, sbagliando – l’anno prossimo sarà “alto”, inteso come tardivo: il martedì grasso sarà addirittura il primo marzo 2022: avremo quasi due mesi di festa per recuperare due anni di stop.

Chissà che esplosione di musica, di colori, di vita… non vedo l’ora!

Gioia: quando al posto della mascherina, indosseremo, finalmente, una maschera di legno.

Falò del Carlisep 2015
libro
Il Carnevale degli Schignanesi (ed. Bellavite 2012) S. Pedrazzani – P. Gatti

Lo scorso anno eravamo anche andati in TV
https://stefypedra.com/2020/03/16/la-spensierezza-quando-tornera/

Uno degli articoli più belli (parere mio) che ha saputo cogliere appieno la tradizione: https://www.esquire.com/it/lifestyle/viaggi/a18278745/il-carnevale-piu-punk-del-mondo-e-sopra-il-lago-di-como/

(nota tecnica: in realtà la maschera non è inespressiva, pur intagliata a mano nel legno, anzi! Correda il personaggio: quindi asimmetrica brutta e scura quella del brut, contrariamente a quella del Bel, serena, paffuta, spesso coi baffi o la barba)
Il Zep (così amabilmente soprannominiamo il Carlisep, non è necessariamente ubriaco …) e vien rincorso da alcune guardie o dalle maschere che lo hanno portato in spalla.

https://ms-my.facebook.com/ciaocomo/videos/a-ciaocomo-la-presentazione-de-il-carnevale-di-schignano-con-stefania-pedrazzani/673453026806402/

Un gran bel racconto, il Carnevale della gente, di G. Monizza.

http://www.jsc15.it/schignano-carnevale-e-verita/

http://www.jsc15.it/category/storie-2/tizio-e-caio/

Pubblicato da stefypedra73

Effervescente, eclettica, multitasking.. un concentrato di energia e di gioia, sorrisi come arma ... imprevedibile e curiosa. Amo leggere, viaggiare, cantare, suonare, il teatro, l'arte e ... sono mamma, e lavoro come IngegnerA (e Giornalista)

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