Quarante(nesi)ma…

Mercoledì 26 febbraio
Inizia la Quaresima.
Sarà – temo – un momento per pensare e riflettere, più del solito.
Se riusciamo, potrebbe diventare l’occasione per trasformare questo potente tempo di Grazia in un momento vero di ritorno al senso della meditazione.
Del silenzio.
Della preghiera.
Del senso della vita.

Pentimento e servizio. Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole. (don Tonino, vescovo)

Malgrado oggi ci siano mille messaggi positivi #Milanononsiferma, #lItalianonsiferma i pensieri “preoccuposi” oggi hanno la meglio.

…e ripenso a quello che diceva mia nonna “Quel che Dio vuole (non è mai troppo)”

Anche dagli eventi di questi giorni, non si finisce mai di imparare.
Ad esempio, ho scoperto che la Quarantena la inventarono i veneziani nel 1347.

Quarantena è una parola veneziana (in italiano era quarantina) e indicava i 40 giorni di isolamento di navi e persone prima che attraccassero nella Laguna di Venezia, come misura preventiva contro il diffondersi della peste nera, un morbo tremendo che tra il 1347 e il 1359 uccise un terzo della popolazione euroasiatica.

Quaranta giorni
40, come i giorni di preghiera di Gesù nel deserto prima di essere immolato sulla Croce.
40 come i giorni entro i quali il picco di un morbo contagioso iniziava il declino, secondo Ippocrate.
40 i giorni del diluvio universale in cui Noè stette sull’arca.
Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.” (Gen 7,12)
O nella saggezza popolare, il 40 torna in un altro detto “S’al pioev al dì da la Scienza, par 40 dì semm minga senza” (se piove il giorno dell’Ascensione, pioverà per i successivi quaranta giorni).

Qualsiasi fosse la ragione, saggezza popolare o buon senso, la scelta dei 40 giorni si rivelò abbastanza azzeccata, perlomeno sufficiente a ridurre drasticamente i contagi che fino ad allora avevano determinato incontrollate pandemie. I veneziani inventarono anche il Lazzaretto (termine che i più – me compresa – ricordano come eredità di manzoniana memoria): il nome del ricovero dei malati di peste deriva dalla storpiatura di Nazarethum (il luogo di ricovero degli appestati era nell’isola di Santa Maria di Nazareth). Dalla pratica di isolamento attuata dai veneziani, presero esempi tanti altre città, che istituirono i lazzaretti, luoghi adibiti a tenere in isolamento, in “Quarantena” appunto, gli appestati.

Viviamo così questa Quaresima, in quarantena.

40 dì 40 nocc

Pubblicato da stefypedra73

Effervescente, eclettica, multitasking.. un concentrato di energia e di gioia, sorrisi come arma ... imprevedibile e curiosa. Amo leggere, viaggiare, cantare, suonare, il teatro, l'arte e ... sono mamma, e lavoro come IngegnerA (e Giornalista)

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